l progetto Ravenna CCS ha come scopo la realizzazione della prima infrastruttura operativa in Italia per il trasporto e lo stoccaggio della CO₂ a servizio dei distretti industriali che ne risultano emettitori, prevalentemente collocati in Pianura Padana.
L’obiettivo del progetto è quello di contribuire alla riduzione delle emissioni delle industrie principalmente rientranti nei settori hard-to-abate, per renderle più sostenibili e più competitive sul mercato, creando le condizioni per nuove opportunità di crescita economica attraverso la decarbonizzazione.
Grazie a Ravenna CCS, sarà garantita agli emettitori la possibilità di trasportare la propria CO₂ fino al sito di Casalborsetti, per immagazzinarla nei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico.
Il progetto consiste quindi nella realizzazione di condotte di trasporto di CO2 per il suo successivo stoccaggio geologico e si sviluppa secondo due direttrici principali:
- dal polo chimico a nord di Ferrara, nel settore orientale dalla Pianura Padana, fino a Casalborsetti, a nord di Ravenna, con andamento in senso gas NO-SE, mediante la realizzazione di circa 75 km di nuove condotte;
- dal polo chimico di Ravenna fino a Casalborsetti con andamento in senso gas NO-NE, mediante la realizzazione di 5 km di nuove condotte e 14 km di riconversione (repurposing) di un gasdotto esistente.
Nel suo percorso l’infrastruttura interessa le Province di Ferrara (in particolare i Comuni di Ferrara, Voghiera, Portomaggiore e Argenta) e Ravenna (in particolare i Comuni di Alfonsine e Ravenna).
L'opera, di nuova realizzazione, risulta compresa tra gli interventi di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti, strategici per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNIEC), di cui all’art. 1.4.2 “Impianti di riconversione del ciclo produttivo finalizzati a ridurre le emissioni da parte del settore industriale, ivi compresa la cattura, trasporto, utilizzo e/o stoccaggio della CO₂” dell’Allegato 1-bis alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006.
L’area interessata dall’opera in progetto è completamente pianeggiante ed i terreni attraversati sono per la maggior parte coltivati a seminativo.
Gli impatti ambientali analizzati mostrano che le attività incideranno sul territorio quasi esclusivamente in fase di costruzione, in misura peraltro minima sulle varie componenti ambientali.
Le misure di mitigazione prima e di ripristino poi consentiranno infatti di ridurre al minimo gli impatti.
In fase di esercizio il progetto di fatto non comporterà impatti, poiché l’opera risulterà pressoché completamente interrata, non avrà emissioni di alcun tipo e non necessiterà di materiali o risorse.
Gli unici elementi fuori terra saranno gli impianti di linea che, posizionati in aree agricole, saranno mascherati con essenze vegetali